Pittura, scultura e architettura tra XII e XVI secolo

 

 

Tra il 1050 e il 1350  lo sviluppo delle città europee fu accompagnato dal sorger di imponenti abbazie e cattedrali. Queste ultime erano concepite come luoghi espressivi della bellezza, della verità e dell’unità della comunità ecclesiale.

 

Anche a Trento assistiamo al sorgere dapprima della cattedrale in stile romanico formatasi in tappe successive dall’epoca di San Vigilio fino a quella del vescovo Alemanno (1145), quindi alla costruzione della cattedrale romanico-gotica voluta dal vescovo Federico Vanga nell’anno 1208 e sostanzialmente terminata nel corso del 1300.

Duomo di Trento – navata centrale

 

Questo grande tempio è stato progettato dal maestro comacino Adamo d’Arogno e dai suoi successori. Si innalza sul luogo di sepoltura del santo vescovo Vigilio e dei tre martiri anauniensi.

 

L’architettura romanica, che valorizzava elementi della tradizione antica ed altomedievale si diffuse in tutto il territorio trentino tra l’XI e il XIII secolo. Il miglior esempio di quest’arte è la badia di San Lorenzo a Trento: con i suoi archi a tutto sesto, la copertura a volta, il clima di intensa familiarità con il Mistero fatto uomo.

Badia di S. Lorenzo - Trento

 

Lo stile gotico in Trentino non si è espresso in edifici di grandi dimensioni. Significativa è la chiesa di S. Apollinare a Trento che, costruita dai benedettini nella prima metà del trecento, doveva essere solo una parte (il coro) di una chiesa gotica di grandi dimensioni. Belle chiese gotiche sono anche quelle di Tesero e Vigo di Fassa.

 

Una delle più caratteristiche e commoventi espressioni artistiche della fede del popolo trentino nell’incarnazione reale del Verbo è quella della scultura lignea, di cui abbiamo numerose testimonianze di epoca gotica. Come nella pittura anche qui troviamo influssi sia della scuola veronese-veneta, sia di quella nordica.

Come sempre sono strettamente unite le figure bibliche e quelle dei santi della storia cristiana, con l’abbondanza del colore aureo che indica la pienezza umana realizzata dalla sequela di Cristo. La diffusione di quest’arte anche nei piccoli centri mostra l’importanza della cura della bellezza nell’educazione alla fede.

Polittico della Pieve di Avio (ora al Museo Diocesano): Madonna con Bambino e santi Barbara, Antonio Abate, Nicola, Giovanni Ev.; bottega veronese, 1440-1450 ca.

 

L’affresco si diffonde gradualmente con l’arte romanica, anche nella terra trentina. Rimangono oggi pochi tra questi dipinti, ma sufficienti per cogliere le caratteristiche di un’arte che offriva ai fedeli una vasta scelta di storie e allegorie sacre. Lo scopo era evidentemente la memoria visiva dell’evento di Cristo e delle vite dei santi.

Gli affreschi più antichi oggi visibili risalgono alla fine del XI secolo a Mori e a Tenno. Di particolare interesse quelli della chiesa di San Pietro in Bosco ad Ala

 

Nella cattedrale gli affreschi vennero realizzati durante il periodo gotico. Si susseguono le raffigurazioni dei santi, anche qui accostati con le figure neotestamentarie accanto a Cristo o alla Trinità. Nel Duomo è soprattutto l’architettura ad esprimere la teologia del luogo, espressione dell’unità della Chiesa e della centralità in essa di Cristo stesso. Le raffigurazioni pittoriche esplicitano il volto della presenza divina e della chiesa come comunità di santi.

 

La chiesa di San Rocco a Volano sorse tra XIV e XV secolo a fianco del preesistente ospedale. A cavallo del 1500 venne mirabilmente affrescata diventando luogo di catechesi continua attraverso lo sguardo: si imparava così a conoscere la vita di Maria, la nascita di Gesù, tutte le tappe della sua passione, morte e resurrezione, gli evangelisti e i profeti, i santi (Rocco, Sebastiano, Antonio abate, Giorgio, Martino). L’educazione alla fede coincideva con l’educazione alla bellezza