37. Pentecoste  (alta definizione)

Pentecoste, ovvero il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua: la discesa dello Spirito Santo (cfr. At 2, 1-11). I Dodici – gli Undici dell’Ascensione a cui è stato associato Mattia (seduto alla sinistra di Pietro) al posto di Giuda – si trovavano insieme nel Cenacolo, quando "apparvero lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo" (At 2, 3-4): Giotto mette in scena, letteralmente questo passo.

Cristo, asceso al cielo del Mistero, di lì – da una sorgente che "sfonda" il riquadro – irradia il proprio Spirito che ora brilla rosso, stagliandosi sull’oro dell’aureola, sopra il capo di ciascuno. La circolarità comunionale è sorgente d’una irradiazione della fede che, nelle diverse lingue, si espanderà a cerchi concentrici fino agli estremi confini del mondo. Piove la luce dipinta, irrompe dalle finestre della parete opposta la luce reale, che entra per i finestroni gotici dipinti; attraverso lo sguardo di Pietro che – a sinistra – ci fissa negli occhi, la luce dello Spirito esce, ci raggiunge nella realtà e – giusto in chiusura del ciclo dell’Avvenimento redentivo – ci consegna il compito, quello per cui vale la pena vivere: annunciare quel Fatto. Una "delicatissima modulazione architettonica" (Bellinati) connota il Cenacolo – ovvero la neonata splendente Chiesa – la quale appare come luogo circoscritto, ben definito: è l’emblema dell’appartenenza come sorgente della vera apertura.