28. Lavanda dei piedi (alta definizione)

Stesso il luogo: il cenacolo, in bella prospettiva obliqua, con le identiche finestre; stessi i personaggi. Gesù, inginocchiato, cinto di un asciugatoio, sta per lavare i piedi a Pietro, che con la sinistra si scopre la gamba, mentre con la destra si dice disponibile a farsi lavare anche il capo. Un dettaglio di grande realismo: giusto sopra il ginocchio di Pietro, Giuda Taddeo con l’indice sinistro toglie lo sporco che s’è annidato tra l’alluce e l’altro dito del proprio piede!

All’estrema sinistra Giuda Iscariota guarda, con nervoso disagio; di lì a poco uscirà per tradirlo. "Erat autem nox" (Gv 13, 30): e tutta la sua vita precipiterà nell’oscurità. Gli sta di fronte Giovanni, in piedi, che sta portando il recipiente dell’acqua.

Come il primo dei Magi, nel registro superiore, si prostra davanti al Bambino, così anche Gesù, "il Signore e il Maestro", si piega a lavare i piedi degli Undici, dando l’esempio e chiedendo di fare lo stesso "gli uni gli altri". Pietro, focoso come sempre, prima ha fatto resistenza poi ha esagerato in direzione opposta. Stupendo lo scambio di sguardi tra lui e Gesù.

 

Due volte il cenacolo, Ultima cena e Lavanda dei piedi, come sopra – simmetricamente – due volte la lignea capanna, Natale ed Epifania: il Verbo che si è fatto carne e si è epifanizzato in quel Bambino di fronte all’umiltà dei pastori e all’intelligenza dei Magi, permane in una carne – l’Eucarestia – e s’inginocchia di fronte a Pietro, pietra su cui è fondata la Chiesa in cui quella "carne" permane viva e presente. Non è un caso che queste due coppie di affreschi siano le più vicine all’altare.