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Stesso il luogo: il cenacolo, in bella prospettiva obliqua, con le identiche finestre; stessi i personaggi. Gesù, inginocchiato, cinto di un asciugatoio, sta per lavare i piedi a Pietro, che con la sinistra si scopre la gamba, mentre con la destra si dice disponibile a farsi lavare anche il capo. Un dettaglio di grande realismo: giusto sopra il ginocchio di Pietro, Giuda Taddeo con lindice sinistro toglie lo sporco che sè annidato tra lalluce e laltro dito del proprio piede! Allestrema sinistra Giuda Iscariota guarda, con nervoso disagio; di lì a poco uscirà per tradirlo. "Erat autem nox" (Gv 13, 30): e tutta la sua vita precipiterà nelloscurità. Gli sta di fronte Giovanni, in piedi, che sta portando il recipiente dellacqua. Come il primo dei Magi, nel registro superiore, si prostra davanti al Bambino, così anche Gesù, "il Signore e il Maestro", si piega a lavare i piedi degli Undici, dando lesempio e chiedendo di fare lo stesso "gli uni gli altri". Pietro, focoso come sempre, prima ha fatto resistenza poi ha esagerato in direzione opposta. Stupendo lo scambio di sguardi tra lui e Gesù.
Due volte il cenacolo, Ultima cena e Lavanda dei piedi, come sopra simmetricamente due volte la lignea capanna, Natale ed Epifania: il Verbo che si è fatto carne e si è epifanizzato in quel Bambino di fronte allumiltà dei pastori e allintelligenza dei Magi, permane in una carne lEucarestia e singinocchia di fronte a Pietro, pietra su cui è fondata la Chiesa in cui quella "carne" permane viva e presente. Non è un caso che queste due coppie di affreschi siano le più vicine allaltare. |