27. Ultima cena  (alta definizione)

Ritroviamo Giuda – nel Cenacolo, durante l’ultima cena – che protende la mano a intingere il boccone nel piatto con Gesù. "Uno di voi mi tradirà": le parole di Gesù sembrano conficcarsi nei volti; ci si interroga su chi sia. Al traditore, Giotto ha dipinto ancora l’aureola nera (quelle radiate degli altri apostoli – dorate con un miscuglio di rame, argento, oro e piombo – si sono ossidate col tempo): anche lui eletto fra i Dodici per un destino buono, ha invece seguito l’idolo (i soldi, un proprio calcolo su come dovevano andare le cose), e tutto è scivolato lungo la china della greve "mel-ancolìa" (umore nero) verso la coerenza nel male e la conclusiva decisione, supremamente tragica e disperata.

Gli si oppone l’infinita tenerezza di Giovanni – "il discepolo che egli amava" – col capo posato sul petto dell’Amico. I vestiti dei due sono dello stesso colore e coincidono fin nelle decorazioni dei bordi: amore di carità. Carità che permane nel presente attraverso il sacrificio eucaristico, istituito in quell’ultima cena: questo affresco rimanda al vicino altare su cui vigila la bella Madonna col Bambino di Giovanni Pisano.