26. Tradimento di Giuda (alta definizione)

Nell’arco trionfale, sotto l’angelo Gabriele annunciante, sta l’angelo decaduto: un nero ringhioso Satana, che nel profilo ricorda Giuda. Egli pone la mano artigliata sulla spalla del traditore, connotato dal pizzetto appuntito, dal naso adunco, dal vestito gialliccio (il colore del tradimento; ma anche della disperazione che, qui come in Dante, si oppone alla verde speranza). Questi tiene stretti i trenta denari (misera cifra: il profumo cosparso da Maria di Betania sui piedi di Gesł valeva 300 denari! E Giuda – lui che teneva la cassa e che "era ladro" – si era lamentato di quello spreco…). Gli stanno addosso i soliti tre sacerdoti (si noti il colore dei vestiti) in un cattivo sfiorarsi di mani.

La similitudine apparente tra il Tradimento di Giuda e la Visita di Maria ad Elisabetta – sull’altro pilastro dell’arco trionfale – non fa che enfatizzare la sostanziale antitesi: cinque figure per parte; simili i colori; analogo lo scorcio d’edificio sulla destra. Il gialliccio di Giuda sta tra il nero (in-fidelitas)di Satana e il rosso del sangue omicida; dall’altra parte il rosso della caritą di Maria, tra la verde speranza e l’aurea fede. Ai due archi del tempio che incorniciano i simoniaci Anna e Caifa si oppone non tanto la casa di Elisabetta, quanto – coi piedi ben piantati nella roccia – il grembo di Maria, tempio del Verbo incarnato.