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Nella parte alta dellarco trionfale sta sopra tre gradini il trono del Padre Eterno. Egli ha il volto, giovanile e bellissimo, di Gesù (alla domanda dellapostolo Filippo, Egli rispose: " chi vede me vede il Padre"). Lo attorniano gli angeli, disposti in due semicerchi concentrici, mentre si staglia solitario a braccia conserte, alla nostra destra, Gabriele che attende lordine di Dio; poi, alla nostra sinistra, lo stesso arcangelo che si protende verso Dio, pronto ad accoglierNe il comando. Siamo allAnnunciazione. Langelo del Signore giganteggia, alla nostra sinistra, nellatto di portare lannuncio a Maria; e Lei simmetricamente inginocchiata, alla destra pare abbracciare in seno il Verbo (evocato dal libro dargento tenuto in mano) che si è fatto carne. "Il messaggio dellangelo sembra trasmettersi attraverso larco del coro" (Bruce Cole): arco, "parabola", cioè parola (parlare deriva proprio da "parabolare", poi "paraulare") che tiene "sim-bolicamente" unite le due figure. Qui tutto afferma la gratuita iniziativa di Dio che scende e salva: il fascio di rossa luce che piovendo dal trono raggiunge Maria; le due tende che, quasi percosse da un vento che irrompa al centro, vanno specularmente a posarsi nei due balconi. Poi la straordinaria architettura che fa da sfondo a queste due simmetriche edicole, in prospettiva rovesciata-discendente. Che Giotto 150 anni prima di Mantegna, Masaccio, Piero Della Francesca, Leon Battista Alberti stia allinizio della prospettiva pittorica in senso moderno, lo attestano i due "coretti" dipinti giusto ai piedi dellarco trionfale, ove viene affermato il nostro punto di vista umano teso a vedere ciò che sta oltre. Lassù invece, in quei quattro balconi che incorniciano langelo e Maria, appaiono rovesciate le leggi della prospettiva: le linee non vanno a stringersi in un "punto di fuga" di là dal quadro come nei "coretti", ma allopposto tutto promana da un punto il trono di Dio, lAl di là nellal di qua attraverso Maria, e pare propagarsi allinfinito nelluniverso (che per questo è proprio "uni-verso": la totalità del reale che converge in unità, essendo "il Redentore delluomo, Gesù Cristo, il centro del cosmo e della storia"). Gli studiosi dellultimo mezzo secolo hanno rimarcato "leccezionale effetto di illusione spaziale suscitato dai due coretti" (G. Basile), il "gioco prospettico" (P. Toesca), "leffetto di veridica illusione" (R. Longhi): questo entusiasma losservatore moderno. Ma hanno anche notato "il punto di fuga invertito rispetto a quello delle edicole gemelle in cui si trovano i due personaggi dellAnnunciazione, nella parte alta dellarco trionfale" (Basile). Ora, non vi è dubbio che proprio lAnnunciata a cui è dedicata la cappella sia al centro dellinteresse di Giotto, il quale afferma qui non lo sguardo delluomo che si protende sul mistero (coretti), ma lo sguardo di Dio che scende sulluomo, lo crea e lo ricrea, gli permette di riconoscere la propria identità creaturale e redenta: "io sono Tu che mi fai", io consisto in Te, o Signore, che mi poni in essere. La prospettiva rovesciata di tante icone russe si pensi alla celeberrima Trinità di Rublev si porrà su questa scia. Il Mistero buono che fa tutte le cose, in un preciso giorno, si è fatto embrione e feto nel grembo di quella ragazza, "ed abita in mezzo a noi": con Lei, "piena di grazia", tutti noi graziati. E lì levento che taglia in due la storia. 25 marzo: Avvenimento dellIncarnazione. |