Itinerario del senso religioso

 

E TI VENGO A CERCARE

 

(BATTIATO)

 

“Ho bisogno della Tua presenza”

 

 

Il compimento totale di sè, questa è la libertà. La libertà è per l’uomo la possibilità, la capacità, la responsabilità di compiersi, cioè di raggiungere il proprio destino. La libertà è il paragone con il destino: è questa aspirazione totale al destino. Così la libertà è l’esperienza della verità di noi stessi.

Per questo il Signore diceva: “La verità vi farà liberi”. Se Dio è la verità, posso dire a Dio: la mia verità sei tu, il mio io sei tu, secondo la formula di Shakespeare, in Romeo e Giulietta: “tu sei io, io sono tu”. Un Altro è questa verità di me stesso: questa pienezza del mio essere sei Tu, il mio significato sei Tu. Perciò la libertà è la capacità di Dio.

Molto più profondamente che una capacità di scelta la libertà è umile e appassionata e fedele dedizione totale a Dio nella vita quotidiana. “Dio, amante della vita”, dice la liturgia.

La fede è il gesto di libertà fondamentale e la preghiera è la costante educazione del cuore, dello spirito alla autenticità umana, alla libertà: perchè fede e preghiera sono il riconoscimento pieno di quella Presenza che è il mio destino, e la dipendenza dalla quale è la mia libertà.

Esistenzialmente questa libertà non è ancora compiuta; esistenzialmente è tensione al compimento, è tensione verso l’essere e adesione progressiva, è in divenire[1].

 

La canzone di Battiato è un dialogo diretto con il Mistero, con Dio; è una affermazione chiara e aperta della ricerca di Dio e del bisogno che abbiamo di Lui. Anche la musica tende a rafforzare il senso delle parole.

Tuttavia ha il limite di essere più un’affermazione della propria volontà di ricerca e di realizzazione che una domanda pura e semplice del Mistero e al Mistero. Così non è difficile rinvenire nei contenuti di questo testo alcune prospettive tipiche del pensiero gnostico, cioè della riduzione della religiosità ad un tentativo intellettuale di conoscenza di sè e del divino.

In ogni caso non è eludibile in questa canzone almeno un’apertura al riconoscimento del Mistero che potrebbe portare ad una posizione di vera domanda.

 

 

E ti vengo a cercare, anche solo per vederti o parlare

perché ho bisogno della tua presenza

per capire meglio la mia essenza.

 

Questo sentimento popolare nasce da meccaniche divine

un rapimento mistico e sensuale mi imprigiona a te.

Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri

non accontentarmi di piccole gioie quotidiane

fare come un eremita che rinuncia a sè

 

E ti vengo a cercare con la scusa di doverti parlare

perché mi piace ciò che pensi e che dici

perché in te vedo le mie radici

 

Questo secolo oramai alla fine saturo di parassiti senza dignità

mi spinge solo ad essere migliore con più volontà

Emanciparmi dall'incubo delle passioni

cercare l'Uno al di sopra del bene e del male

essere un'immagine divina di questa realtà

 

E ti vengo a cercare perché sto bene con te

perché ho bisogno della tua presenza.

 

 

 

 

 


 



[1] Il senso religioso, p. 120.