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Quanto
abbiamo osservato sopra trova riscontro anche in questa seconda canzone di
Raf, dove tuttavia di fronte alla constatazione della mancanza di Dio nella
propria vita sorge da una parte un'accorata domanda religiosa ("Madonna, madre mia, non
andare via che io morirò") e dall'altra la convinzione che il Mistero
sarà imprevedibilmente riconosciuto e incontrato. Emerge dunque in qualche
modo la coscienza che la
negazione del Significato, cioè di Dio, è la morte stessa dell'uomo. E'
quanto troviamo anche in questo impressionante dialogo epistolare apparso
alcuni anni fa sul settimanale "Epoca" nella rubrica Italia domanda in cui lo scrittore Augusto Guerriero ospitava
la richiesta di un lettore e vi rispondeva: "Mi
rivolgo a lei, come all'unico che possa aiutarmi. Nel 1941 a soli diciassette
anni presi sul serio lo slogan 'fascista perfetto, libro e moschetto' e
lasciai la casa e gli studi, arruolandomi nei battaglioni M. Combattei in
Grecia contro i partigiani, fui ferito, poi catturato dai tedeschi e tradotto
prigioniero in Germania. Durante
la prigionia mi ammalai di tbc. Al ritorno dalla prigionia tenni a tutti
nascosto la mia malattia, anche ai miei familiari. E ciò perché, nella
meschina mentalità comune, un ammalato di tbc, anche se non contagioso (come
nel mio caso) è un essere da evitare, da commiserare, da avvicinare se
proprio costretti soltanto con mille precauzioni. Ed io non volevo tutto ciò.
sapevo di non essere pericoloso e volevo vivere come tutti gli altri uomini,
insieme a tutti gli altri uomini. Ripresi
gli studi, mi diplomai e trovai un piccolo impiego. Ho vissuto per anni
spensieratamente dimenticando spesso di essere stato mai ammalato. Ora però
il male fa progressi ed io sento che mi sta trascinando verso la fine. Di
giorno in giorno mi distraggo cercando di vivere intensamente. Ma di notte
non riesco a dormire ed il pensiero che tra poco non sarò più mi fa sudare
freddo. A volte mi sembra di impazzire. Se
avessi il conforto della fede, potrei rifugiarmi in essa, troverei la
necessaria rassegnazione. Ma la fede purtroppo l'ho perduta da tempo. E le
molte, forse troppe, letture che me l'hanno fatta perdere, non mi hanno dato
in cambio quella freddezza, quella tranquillità che ad altri permette di
affrontare il passo serenamente. Sono rimasto in definitiva spoglio ed
inerme... Ed
è perciò che mi rivolgo a lei. Ammiro la sua serenità, che traspare da tutti
i suoi scritti e gliela invidio. Sono certo che una sua lettera mi sarebbe di
grande sollievo e mi renderebbe più forte. La
prego se può mi aiuti". Rispondo. "...
Ma mi dica: che posso fare per lei? Scriverle una lettera? E a che può
servirle una lettera? Io non scrivo che di politica e a che servirebbe che le
scrivessi di politica? A
lei bisognerebbe parlare di altre cose ed io non scrivo mai di quelle altre
cose, anzi non ci penso ed è appunto per non pensarci che scrivo di politica
e di faccende di cui, in fondo, non mi importa niente. Così riesco a
dimenticare me stesso e la mia miseria. Questo
è il problema: trovare il modo di dimenticare se stessi e la propria miseria"[1]. |
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Sentivo solitudini, l'ulivo del Getsemani e accendersi le voci dentro la città le croci che non porterò oggi un dio non ho. Madonna per la via non andar via che mi perderò oggi un dio non ho oggi un dio non ho, lascio il gregge io oggi un dio non ho. E la tua legge qui non rispetterò resta dove sei negli abissi miei non ti cercherò, oggi un dio non ho. Sentivo moltitudini, l'arrivo di altri popoli e accendersi bandiere, feste inutili, campane che non suonerò, oggi un dio non ho. Madonna madre mia non andar via che io morirò e oggi un dio non ho, oggi un dio non ho, sono un uomo anch'io oggi un dio non ho. Dentro un vortice nuvole scoppiano e il sole cade giù e ho bisogno di aiuto e non c'è che da vivere, esistere, giorno dopo giorno non mi arrenderò... Oggi un dio non ho, oggi un dio non ho, sono morto anch'io se oggi un dio non ho. E nell'Amore sì io rinascerò chissà dove sei negli abissi miei ti ritroverò... Ma oggi un dio non ho. |