“Boot camp” Soundgarden
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Commento pervenutoci da Marco di Modena:
“La musica non è optional alle parole. La musica, cantata e non, esprime l’uomo. E’ quindi banale affermare che nella musica leggera la melodia è irrilevante e slegata dalle parole, dal loro significato. Questa è l’ultima canzone dell’ultimo album dei Soundgarden prima dello scioglimento. La canzone sembra un po’ defilata posta in fondo all’album ma è una gemma preziosa. La prima parte del testo descrive con grande lucidità gli effetti della mentalità comune sull’umano, come lo possano ridurre, ingabbiare, insudiciare. Poi, inaspettatamente, la possibilità di una ipotesi positiva ,”di qualcosa d’altro, di qualcosa di buono”. E’ davvero interessante che una persona dica, al di fuori dell’esperienza cristiana, una cosa del genere. Vuol dire che non è un problema di usanze, costumi o di educazione nella accezione moderna del termine, ma è un problema reale, oggettivo. E’ un problema umano quello concernente il bisogno di altro, di un Altro, con certezza che questo altro sia non solo più di noi ,ma sia anche buono. Purtroppo la penultima frase ”lontano, lontano da qui…”fanno intendere che se esiste questo altro è lontano, irraggiungibile, insomma non è presenza. La cosa non mi suona strana essendo Chris Cornell nato in America, il paese forse più fortemente spiritualista che possa esserci e sicuramente il più influente sulla mentalità comune mondiale. La canzone consta di una introduzione(che riprende il motivo della strofa ,ma in tono sommesso, preparando l’ascoltatore appunto alla strofa)una strofa ed un ritornello che non si ripetono, scelta piuttosto insolita. Introduzione e strofa sono malinconici, venati da una nostalgia e da un velo leggero, quasi impalpabile di tristezza che indica indubbiamente una situazione drammatica. Esse introducono al ritornello che è distensivo. Gli accordi (quattro, tutti maggiori) donano un senso di apertura, ma il tono è teso, non è distratto. È calmo, ma colmo di desiderio. Poi finisce improvvisamente con le parole “…for good…”. Una sola ripetizione del ritornello contro le perlomeno due di una qualsiasi canzone lascia impreparati, interdetti gli ascoltatori. Lascia una domanda, la tiene aperta, non la chiude, quello che poteva dire l’ha detto. Quando ascolto questa canzone dopo il “lontano, lontano da qui” io aggiungo sempre cantando “e invece Lui é proprio qui”. Chris mi perdonerà.
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Boot Camp
I must obey the rules I must be tame and cool No staring at the clouds I must stay on the ground In clusters of the mice The smoke is in our eyes Like babies on display Like angel in a cage I must be pure and true I must contain my views There must be somethig else There must be something good
Far away Far away from here Far away Far away from here And now we here for good
For good
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Campo militare
Devo obbedire alle leggi Devo essere addomesticato e indifferente Nessuna stella attraverso le nuvole Devo restare sulla terra Nei raggruppamenti dei topi Il fumo è nei nostri occhiCome bambini in esposizione Come angeli in una gabbia Devo essere puro e veroDevo contenere il mio modo di essereDeve esserci qualcosa d’altroDeve esserci qualcosa di buono
Lontano Lontano da qui Lontano Lontano da qui Ed ora siamo qui per il bene
Per il bene
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